un pennello. una matita. un colore.
o creta e unghie e carta macerata, fil di ferro, stoffa, superfici da creare o riempire.
improvvisando o elaborando più e più volte, nella testa e sui quaderni.
e rilassarsi nel farlo, sentirsi parte del mondo che si trasforma e trasforma, liberarsi di qualcosa o creare una nuova dimensione per perderci in essa.
a volte però, anche questo naturale modus vivendi, la terapia nell'arte, qualsiasi arte, fugge via. e chissà perchè.
era dentro noi, il posto che ci sembra più intimo, e sicuro, e Nostro, eppure sembra che da un momento all'altro ce l'abbiano rubato.
e nell'attesa aspettiamo noi stessi.
ci perdiamo in noi senza la protesi di una forbice o di una spatola, aspettando che gli occhi si abituino a questa nuova luce.
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